Cosa intendiamo quando parliamo di “postura”?

Molto spesso sentiamo parlare di “postura”, ma all’atto pratico, sappiamo con esattezza a cosa ci stiamo riferendo? In questo primo articolo del nostro nuovo blog vogliamo dedicare qualche minuto a fare un po’ di chiarezza, perché parleremo spesso di postura – ovviamente – nei mesi a seguire.

In poche parole, quando parliamo di POSTURA intendiamo la posizione dei singoli segmenti corporei, gli uni rispetto agli altri e il loro orientamento nello spazio. Ogni volta che eseguiamo un movimento andiamo a mettere in atto una serie di azioni muscolari col fine ultimo di mantenere l’opportuno equilibrio. Chiamiamo questi movimenti “aggiustamenti” (o “risposte posturali”)

Come agiscono le “Risposte Posturali”

Il nostro corpo è un insieme molto complesso di recettori sensoriali che inviano continuamente informazioni per fare in modo che il nostro sistema motorio possa reagire in modo efficacie. È quello che chiamiamo risposte compensatorie automatiche (feedback) o anticipatorie (feedforward) e non avvengono solo in condizioni di dinamismo, ma anche per mantenere posizioni di staticità. Come anticipato, l’obiettivo principale è quello di mantenere l’equilibrio, un lavoro complesso che si struttura su tre diversi livelli:

  1. Mantenere testa e tronco in asse;
  2. Mantenere il baricentro all’interno della base di appoggio;
  3. Stabilizzare le parti del corpo che fungono da supporto quando altre sono in movimento.

Fare in modo che testa e tronco rimangano in asse (reagendo alla forza di gravità) è un processo meno banale di quanto si possa immaginare. L’allineamento è “gestito” da una serie di riflessi (vestibolari – accelerazione lineare e angolare – e cervicali – stimoli propriocettivi dei muscoli e delle articolazioni) che sono chiamati in causa dai cambiamenti di posizione della testa (anche in relazione al collo: piegamento e rotazione). Il cervello coordina una serie di informazioni (circuiti a feedback) e genera risposte coordinate dei muscoli delle braccia, delle gambe e del collo col fine ultimo di arginare il disallineamento (la conseguenza è una caduta!).

Come si mantiene l’equilibrio?

È tutto merito di una serie di informazioni (afferenze sensoriali) sulla deviazione della posizione corretta (ortogonale) del corpo rispetto al suolo. Per equilibrio intendiamo la capacità di mantenere il baricentro all’interno della base di appoggio. E questo, come già detto, avviene sia in posizione statica che di movimento. Quali sono i recettori periferici che inviano – e ci permettono di elaborare – tutte queste informazioni?

Sono i recettori cutanei (che elaborano le forse di torsione sulla cute dei piedi), i propriocettori muscolari e articolari (come già visto per l’allineamento testa/tronco), i recettori vestibolari (in grado di suggerire la corretta inclinazione del corpo) e la vista, in grado di elaborare numerose informazioni di movimento. Ovviamente il tutto è “gestito” da una serie di meccanismi di controllo agli ordini del cervello.

Il controllo dinamico tra apprendimento e automatismo

Non ce ne rendiamo conto in modo consapevole, ma ogni nostro piccolo atto motorio volontario, se non fosse bilanciato da un controllo dinamico della postura porterebbe inevitabilmente alla perdita di equilibrio. Una serie di meccanismi che, benché risultino simili alle risposte riflesse, sono soggette (e condizionate in modo netto) da una componente non trascurabile di apprendimento. Un esempio concreto è riconducibile proprio alla nostra infanzia, quando impariamo a camminare e quindi a gestire un poco alla volta una serie di informazioni atte a mantenere quello che potremmo definire il nostro primo successo. Anche andare in bicicletta, dopotutto, rientra nella stessa tipologia di “apprendimento” all’equilibrio (quegli stimoli che abbiamo definito di feedforward e che ci invitato a fare delle correzioni prima di cadere a terra!). Circuiti che agiscono sotto il controllo corticale nella fase di apprendimento e sotto il controllo del cervello (e sottocorticale) nel momento in cui hanno raggiunto pieno automatismo.

Sintomi e prevenzione, per stare meglio

Quando parliamo di postura parliamo quindi di tutto il nostro corpo, di una serie di reazioni che in parte controlliamo e in parte agiscono in modo autonomo. A volte con efficacia, a volte meno. Postura che in qualche modo è influenzata dalle nostre abitudini, dal modo di sedere, di muoverci e di conseguenza potrebbero insorgere problemi di varia natura: perdita di tono muscolare, traumi, problemi articolari…

È per questo motivo che non dobbiamo trascurare i sintomi legati alla postura e cercare, quando possibile, l’aiuto di uno specialista. Dopotutto, oggi, con la tecnologia Spine 3d è possibile ridurre al minimo l’esposizione diretta a raggi potenzialmente dannosi, garantendo a tutti controlli sicuri e periodici. Salute e prevenzione prima di tutto. Mi raccomando.

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